Muta stagna  

L'uso della muta stagna può cambiare notevolmente il nostro modo di andare sott'acqua. La maggior parte dei subacquei che s'immerge tutto l'anno, ha sempre desiderato possedere una muta simile che potesse proteggerlo non solo dal contatto con l'acqua gelida dei mesi invernali, ma pure dallo sempre spiacevole atto di svestizione e rivestizione spesso effettuato all'esterno.stagna.jpg (29547 bytes) Questo tipo di muta è realizzato con materiale impermeabile e tenute stagne che impediscono il contatto del corpo con l'acqua, proteggendolo così dal freddo. L'isolamento non è l'unico vantaggio offerto. Il comfort dato dal calore, influisce anche sulla sicurezza. Infatti, quando il corpo si raffredda, reagisce togliendo sangue agli arti con conseguente aumento del volume di sangue al centro. La mancanza di sangue alle braccia ed alle gambe provoca un intrappolamento dell'azoto all'interno dei tessuti. A causa di questo intrappolamento e della variazione di flusso sanguigno, il subacqueo con una muta umida avrà maggiore possibilità di essere soggetto a MDD rispetto a chi utilizza una muta stagna. Oltre a questo, un subacqueo con una muta di questo tipo rimane asciutto e caldo tra un'immersione e l'altra e riesce a vestirsi con estrema facilità.

I MATERIALI

I materiali utilizzati per realizzare le stagne si sono evoluti nel tempo. Questa evoluzione è legata alle diverse esigenze riscontrate negli anni, ma anche allo sviluppo di nuove tecnologie. Accanto ai materiali più comuni come il trilaminato ed il neoprene, troviamo anche la gomma, il poliuretano e il poldura.
Trilaminato. Le stagne in trilaminato sono composte da strati alternati di nylon e gomma al butile; hanno un'ottima vestibilità, sono robuste, leggere e facili da riparare. La resistenza di questo materiale è soddisfacente per l'attività ricreativa, ma insufficiente per uso lavorativo.
Neoprene. Il neoprene può essere in due versioni: crushed neoprene e neoprene espanso. Il primo deriva da un foglio di rubatex al quale è fissata una fodera interna ed esterna in nylon. E' un tessuto sottile, elastico e resistente. Il difetto di questo materiale sta nella pesantezza e nella difficoltà di riparazione, prima di procedere bisogna aspettare che la muta sia perfettamente asciutta. Il neoprene espanso invece, è di elevato spessore (tra i 5 e i 9 millimetri). Essendo piuttosto delicato, è foderato con nylon. Questo tipo di muta ha un'ottima vestibilità e garantisce una buona protezione termica. Dal momento che il potere coibente diminuisce con l'aumento della pressione, la stagna in neoprene risulta perfetta per immersioni lunghe a bassa profondità. Essendo la galleggiabilità una delle caratteristiche del neoprene è necessario l'uso di una quantità maggiore di zavorra.
Altri materiali. Le mute in gomma sono state le progenitrici di tutte quelle attualmente in commercio. Sono pesanti, resistenti e quindi adatte al lavoro subacqueo, facili da pulire da riparare e non richiedono molta manutenzione. Le mute in poliuretano rappresentano un compromesso tra quelle in gomma e quelle in trilaminato. Sono un po' meno resistenti della gomma ma più elastiche e facilmente riparabili. Le mute in poldura sono le ultime nate. Poldura indica una famiglia di tessuti a base poliuretanica. Sono adatte sia ad immersioni sportive sia ad immersione professionali, con una buona resistenza e flessibilità.

LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

Le stagne si distinguono dalle mute comuni per alcune particolarità: cuciture e guarnizioni a prova d'acqua, cerniera stagna, stivali incorporati e due valvole. Vediamo brevemente questi aspetti. La tenuta stagna è garantita dai polsini e dal collarino, che possono essere in lattice o in neoprene monofoderato a seconda del materiale della muta. La cerniera dovrebbe essere in bronzo, larga e robusta; può essere montata sulla schiena o anteriormente. Gli stivali oggi sono incorporati ed eliminano le infiltrazioni. Sono normalmente in gomma e con la suola antisdrucciolo. Le valvole sono indispensabili per utilizzare questa attrezzatura. Infatti, durante la discesa la pressione dell'acqua riduce il volume dell'aria tra la muta ed il subacqueo, provocando uno schiacciamento della stagna sul corpo. Per evitare questo si deve agire sulla valvola di carico situata anteriormente, immettendo così aria nella muta. In risalita, al contrario, l'aria che abbiamo immesso tenderà ad aumentare il volume. In questo caso dovremo agire sulla valvola di scarico per poter controllare l'assetto. Le valvole normalmente più utilizzate sono Si-Tech, Apeks, Poseidon o Gvs. Queste fanno parte di due grandi famiglie, le valvole automatiche e quelle manuali. A differenza di queste ultime, quelle automatiche (di scarico) si possono tarare, in modo che con l'aumento della pressione interna dell'aria si scarichino automaticamente, mantenendo il subacqueo sempre in assetto neutro. Il cappuccio può essere incluso o staccato; questa seconda possibilità è la più frequente per una maggiore comodità durante la vestizione. Le bretelle rendono più confortevole la muta, facendo in modo che rimanga più aderente all'inguine. Importanti sono i rinforzi come le toppe alle ginocchia che permettono di proteggere questo delicato punto da eventuali strappi.

Per fare la scelta giusta è importante provarne più tipi possibili. Se siete freddolosi, o preferite l'estetica, è consigliata una stagna in neoprene, anche se di contro come detto dovrete usare una maggiore zavorra. Invece se volete rimanere “leggeri” il trilaminato è la scelta migliore. In ultimo, ma non meno importante, il poliuretano e il poldura, sono consigliati a tutti coloro che esigono resistenza ed elasticità.