Vive nelle acque fresche di montagna che non superino i 18°C; diversamente potrebbe soffrire. Si può trovare fino ai 2.500 metri. Di giorno rimane nascosta all’ombra delle sponde, nelle cavità, nelle fessure delle rocce, con il capo controcorrente, per guizzare pronta , in avanti, soltanto quando le passa davanti una preda. Si nutre di insetti, vermi, girini, pesciolini e non risparmia nemmenno quelli della sua stirpe.
La trota fario può arrivare ad una lungezza di 50 cm. La colorazione dell’epidermide può assumere una tonalità diversa a seconda dell’ambiente. Di solito il dorso è grigio-verdastro, lateralmente è più chiaro, ventralmente è biancastro con sfumature gialle o rosse. La schiena e i fianchi sono punteggiati di rosso, arancione, nero e grigio e possono variare di colore anche a seconda dell’alimentazione. Le pinne pettorali, ventrali e anale sono arancioni, quella dorsale e la pinna adiposa sono grige e punteggiate di rosso. Il corpo è massiccio con una testa breve e bocca grande.
Nel periodo del corteggiamento, che corrisponde ai mesi invernali, le femmine, accompagnate da molti maschi, migrano verso le acque meno profonde, in prossimità dei banchi di ghiaia. Qui, a ridosso delle pietre, la femmina costruisce una buca nella quale depone migliaia di uova e alza un piccolo argine di ghiaia a protezione del suo "nido". Il mascio feconda le uova che rimangono fluttuanti fra ghiaia e pietrisco. Dopo 10-16 settimane avviene la schiusa. I piccoli si distinguono per avere i fianchi ornati di 8-10 bande trasversali.