La tinca, come la carpa, vive nelle acque lente e stagnanti dei laghi e dei fiumi di pianura. Animale molto rustico, timido e pacifico la tinca predilige il fondo fangoso e melmoso, con poco ossigeno. Per quanto viva in acque povere di ossigeno non sopporta elevate concentrazioni di sostenze tossiche e quindi teme l’inquinamento.
La tinca ha una lunghezza massima di cinquanta centimetri. ha un corpo rivestito da scaglie cicloidi affondate nell’epidermide ricca di ghiandole. La colorazione del dorso è verde-oliva o smeraldo scuro e lateralmente ha riflessi dorati. Il ventre è giallastro. La sagoma massiccia, a forma ovale, col dorso largo e un po’ gibboso con la testa larga e corta. Si riconosce per i due corti barbigli che porta ai lati della bocca. Presenta pinne dalla colorazione bruno-rossiccia: la pinna dorsale alta e corta, quella caudale larga e leggermente incisa, l’anale ben sviluppata, le ventrali e pettorali più modeste. Si nutre di vermi. sanguisughe, larve, uova di rana, semi di piante palustri o pezzetti di vegetali. Le tinche sono pesci che rifuggono la luce, per cui di giorno si nascondono sul fondo per andare a caccia di cibo, grufolando fra melma nelle ore notturne. Ai primi freddi cadono in una specie di torpore e passano la stagione fredda nel fango per ritornare poi in attività con i primi tepori.
La tinca è un pesce molto prolifico. Nel periodo della riproduzione, che va da maggio a luglio, le femmine si portano in acque basse e tranquille, vicino alle sponde, dove la vegetazione è più fitta. La femmina depone centinaia di migliaia di uova piccole e verdastre che rimangono attaccate alla vegetazione acquatica. Quindi i maschi non appena emesse le uova, le inseminano e se ne vanno. Dopo pochi giorni si schiudono le uova e nascono gli avannotti i quali iniziano a nutrirsi di plancton. A poco più di un anno possono arrivare a pesare 60-70 grammi, mentre la maturità sessuale viene raggiunta a tre anni dai maschi e a quattro anni dalle femmine.