Una volta la torcia veniva utilizzata solo per pescare e per poter sbirciare meglio in una tana, alla ricerca di una cernia svanita nel buio, oppure per far stragi di pesce nelle ore notturne. Il mercato offriva pochissimo: qualche faro alimentato con batterie d'auto, qualche costruzione artigianale in ottone cromato e i prodotti del fai da te sotto forma di modelli terrestri infilati in un pezzo di camera d'aria reso stagno con fascette e un vetro incollato col Bostik. Poi, piano piano, le torce cominciarono a subire trasformazioni, nacquero prodotti realizzati per stampaggio in materiali plastici, i prezzi scesero di conseguenza e si formò così un mercato molto più vasto.
Vi sono in commercio sistemi di illuminazione di ogni dimensione, da quelli alimentati da un paio di pilette ministilo (utili come torcia di riserva), a quelli che utilizzano torcioni o perfino accumulatori ricaricabili.
Quello che non tutti sanno è che una torcetta minuscola, che utilizza 4 pile ministilo, ha la stessa intensità luminosa di un grosso faro alimentato da 4 torcioni. Entrambi i sistemi forniscono, infatti, una tensione di 6 V, mentre cambia l'amperaggio, che si traduce, in pratica, in un'autonomia circa 16 volte superiore a favore del faro.
Una piccola scaletta che può risultare utile è la seguente: le torce a stilo hanno, a parità di voltaggio e di lampadina impiegata, il doppio di autonomia rispetto alle ministilo; le mezzetorce ne hanno 4 volte di più delle pile a stilo; i torcioni ne hanno il doppio rispetto alle mezzetorce. E' facile, a questo punto, scegliere una torcia a seconda delle proprie esigenze.
Quelle più piccole servono per la pesca o come pile di scorta, quelle medie hanno un utilizzo universale, mentre gli illuminatori di grosse dimensioni sono ideali per le lunghe esplorazioni e le immersioni notturne.
Grandi passi in avanti sono stati fatti, in questi anni, nel campo delle lampadine. Quelle comunemente impiegate per le torce subacquee hanno, quasi sempre, un voltaggio inferiore a quello di alimentazione, in modo da fornire una luce particolarmente bianca. Ne esistono al quarzo, al kripton allo xenon e altri gas nobili racchiusi nel bulbo, che producono luci molto brillanti e consumano poco. Recentemente si sono poi aggiunte torce a led, che consumano ancora meno e producono una luce bianchissima. Sulle torce più grandi è naturalmente possibile cambiare la lampadina a seconda della potenza desiderata.
L'autonomia di alcuni modelli arriva così a superare perfino le 10 ore, permettendo di ammortizzare l'elevato costo di un set di pile alcaline.
Una caratteristica da prendere in considerazione è l'ampiezza del fascio luminoso. Molte torce derivano dai modelli da pesca, dove l'esigenza è quella di abbagliare il pesce e riuscire a illuminare, con una luce concentrata e brillante, il fondo di una tana. Chi si immerge con le bombole ha, invece, esigenze totalmente diverse, perché deve avere anche a breve distanza una vasta porzione di parete illuminata.
In genere, solo i fari dispongono di un fascio di luce sufficientemente ampio e i migliori risultano essere quelli utilizzati per le riprese video o costruiti per l'esplorazione con caratteristiche simili. Pochissimi modelli di torce e fari hanno il fascio luminoso regolabile dall'esterno, ma non si pensi di adattare il fascio alle proprie esigenze allargandolo o stringendolo, in quanto inevitabilmente si creerebbero delle grosse zone d'ombra.
Lo scopo non è quello di variarne l'angolo, quanto quello di concentrare e pulire la luce, ottenendo sempre una centratura ottimale della lampadina rispetto alla parabola. Le torce più grosse o i fari sono in genere disponibili anche in versione con accumulatori ricaricabili al Nichel Cadmio (NiCd) o al Nichel metalidrato (NiMh), queste ultime senza efetto memoria. Un sistema di questo tipo ha il vantaggio di poter essere ricaricato prima di ogni immersione e di disporre così della totale autonomia, mentre con le pile non si conosce esattamente lo stato di carica, a meno di non sostituirle ogni volta.
Purtroppo i modelli con batterie ricaricabili presentano alcuni difetti: sono notevolmente costosi, hanno una minore autonomia rispetto alle pile a secco e l'esigenza di disporre di una presa per la ricarica e del relativo numero di ore necessario per effettuarla.
Gli interruttori di cui torce e fari sono dotati possono essere sia meccanici sia magnetici. Nel primo caso una leva o una manopola agiscono, tramite un alberino passante, sull'interruttore del circuito.
Nel secondo non ci sono, invece, perni passanti, dato che un cursore esterno sposta un magnete, che agisce sulle lamelle di un piccolo reed (interruttore magnetico). Entrambi i sistemi funzionano bene, se ben progettati, ma, in genere, con grossi amperaggi si preferiscono i sistemi meccanici, per evitare l'incollaggio delle lamelle del reed.
Gli illuminatori veri e propri costituiscono un caso a parte, dato che nascono dall'esigenza delle riprese video, che necessitano di luce ampia, intensa e di temperatura cromatica costante. Sono costituiti generalmente da un corpo cilindrico di alluminio lavorato al tornio, cui è applicata a un'estremità una parabola di generose dimensioni e all'estremità opposta un fondello che riporta spesso anche l'interruttore d'accensione.
L'alimentazione è sempre fornita da accumulatori ricaricabili spesso separati con voltaggi compresi fra 6 e 36 V. La luce delle speciali lampadine al quarzo è intensissima e bianca, ma l'autonomia, a parità di dimensioni, è molto ridotta rispetto alle torce e ai fari d'uso generico.
I modelli più piccoli, previsti per l'esplorazione o come ausilio nella messa a fuoco con gli apparecchi fotografici, hanno lampadine da 10 a 35 W e autonomie variabili fra 25 e 90 minuti. Per avere maggiori autonomie bisogna scegliere modelli più ingombranti, montando sempre lampadine a bassa potenza, ma i costi d'acquisto e i pesi salgono alle stelle.
Per le riprese video si utilizzano illuminatori a partire da 50 W di potenza, ma non si pensi di "sfondare" a metri di distanza. Nemmeno con i modelli più grandi, da 250, 300, 400 W o più, si riesce a penetrare un forte spessore d'acqua. Nelle riprese professionali si preferisce separare l'illuminatore dalla telecamera o dalla cinepresa, affidandolo a un operatore che possa, così, avvicinarsi maggiormente al soggetto, o cercare di ridurre la distanza fra quest'ultimo e l'operatore con l'ausilio di ottiche o aggiuntivi grandangolari.
I modelli più potenti, per evitare un'eccessiva lunghezza e ingombro del faro, hanno il pacco di accumulatori separato dalle teste illuminanti. Le batterie possono essere alloggiate in un contenitore cilindrico, fissabile alle bombole, o piatto da applicare sotto la telecamera oppure, in alternativa, alla cintura. Le teste illuminanti sono collegate agli accumulatori tramite cavi, che in alcuni casi possono venire rimossi anche sott'acqua, grazie all'impiego di speciali prese.
Le parabole degli illuminatori possono essere facilmente sostituite e molti costruttori ne prevedono due o tre modelli, adatti alle riprese video generali, all'impiego di grandangolari molto spinti o con luce più concentrata per l'esplorazione.
Per la ricarica degli illuminatori ci si avvale di caricabatterie, concepiti espressamente per un dato modello. La vita dei costosi accumulatori dipende infatti in buona parte da questa fase e i modelli più sofisticati dispongono di circuiti elettronici di controllo, che stabilizzano la corrente e la adeguano alla curva di ricarica, interrompendola quando questa è stata completata.
Sarebbe auspicabile che il caricabatterie disponesse di un cambiatensione 110/220, per poterlo utilizzare in paesi dotati di altre tensioni di rete. Tra gli accessori disponibili vi sono caricabatterie a 12V, che permettono la ricarica anche in barca oltre ad altri di tipo rapido. Alcuni modelli hanno infine la possibilità di segnalare lo stato di carica degli accumulatori. E' un dispositivo particolarmente utile che consente di conoscere in ogni momento l'autonomia ancora disponibile, ma che purtroppo incide sul costo.
Una buona torcia è il più bel regalo che possiamo fare a noi stessi per godere maggiormente ogni immersione. Meglio investire, quindi, una certa cifra, tanto più che i modelli migliori sono assai longevi.
Prima dell'acquisto si confronti l'angolo d'illuminazione, l'intensità della luce e la pulizia della zona illuminata, che deve essere priva di aloni e zone d'ombra. Spesso, queste sono dovute alla lampadina non perfettamente centrata rispetto alla parabola.
La scelta tra un modello con pile monouso o ricaricabile dipende da quanto si pensa di utilizzarlo. Occorre però ricordare che una batteria ricaricabile necessita di una particolare manutenzione stagionale.
Per quanto riguarda la potenza, per una immersione notturna sono già sufficienti 35W, mentre di giorno i 50W sono la scelta classica. Naturalmente a parità di pacco batterie, a maggiore potenza corrisponde minore autonomia: assicuratevi di avere a disposizione almeno 50 minuti di luce, in special modo per le notturne (dove è comunque consigliabile portarsi una torcia di scorta).
Per l'esplorazione non vanno scordati gli illuminatori veri e propri, che nei modelli più piccoli, da 20 e 50 W, forniscono una luce stupenda, con dimensioni e costi ancora accessibili. Attenzione però all' autonomia: può risultare inadeguata a un'immersione notturna.
Per le riprese non c'è infine che l'imbarazzo della scelta, con potenze che arrivano a 800 W, ma con prezzi, pesi e ingombri di tutto rispetto.