L'uso della muta stagna può cambiare notevolmente il nostro modo di andare sott'acqua. La maggior parte dei subacquei che s'immerge tutto l'anno ha sempre desiderato possedere una muta simile che potesse proteggerlo non solo dal contatto con l'acqua gelida dei mesi invernali, ma pure dallo sempre spiacevole atto di svestizione e rivestizione spesso effettuato all'esterno.
Questo tipo di muta è realizzato con materiale impermeabile e tenute stagne che impediscono il contatto del corpo con l'acqua, proteggendolo così dal freddo. La protezione termica in queste mute è data dagli indumenti che si indossano sotto la muta.
L'isolamento non è l'unico vantaggio offerto. Il comfort dato dal calore, influisce anche sulla sicurezza. Infatti, quando il corpo si raffredda, reagisce togliendo sangue agli arti con conseguente aumento del volume di sangue al centro. La minore quantità di sangue presente nelle zone periferiche del corpo limita lo scambio gassoso e favorisce il ristagno dell'azoto all'interno dei tessuti, fattore predisponente all'insorgere di MDD. Oltre a questo, un subacqueo con una muta di questo tipo rimane asciutto e caldo tra un'immersione e l'altra e riesce a vestirsi con estrema facilità.
I materiali utilizzati per realizzare le stagne si sono evoluti nel tempo. Questa evoluzione è legata alle diverse esigenze riscontrate negli anni, ma anche allo sviluppo di nuove tecnologie. Accanto ai materiali più comuni come il trilaminato ed il neoprene, troviamo anche la gomma, il poliuretano, il nylon e il poldura. Possiamo distinguere sostanzialmente tra due tipo di mute: le stagne in tessuto ed in neoprene.
In tessuto
Indipendentemente dal tipo di tessuto (trilaminato, poldura, nylon, poliuretano, ecc...) sono tutte caratterizzate dal taglio abbondante, dovuto alla mancanza di elasticitá del tessuto stesso, necessario per consentire una discreta libertá di movimento e scarsissima coibenza termica propria del materiale costruttivo. Sono robuste, leggere, quando ripiegate occupano poco spazio, si asciugano rapidamente e sono discretamente economiche. La resistenza di questi materiali è soddisfacente per l'attività ricreativa, ma insufficiente per uso lavorativo. Le mute in poliuretano rappresentano un compromesso tra quelle in gomma e quelle in trilaminato. Sono un po' meno resistenti della gomma ma più elastiche e facilmente riparabili. Le mute in poldura sono le ultime nate. Poldura indica una famiglia di tessuti a base poliuretanica. Sono adatte sia ad immersioni sportive sia ad immersione professionali, con una buona resistenza e flessibilità.
In neoprene espanso
É il comune neoprene utilizzato per realizzare le classiche mute umide, foderato con nylon. Di spessori diversi (5,7,10 mm), sono molto coibenti, adatte ad immersioni in acque molto fredde. Anch'esse molto robuste, sono utilizzate prevalentemente da sub professionisti, altofondalisti o sub che si immergono in mari molto freddi o sotto i ghiacci. Essendo la galleggiabilità una delle caratteristiche del neoprene è necessario l'uso di una quantità maggiore di zavorra.
In neoprene crushed
Brevetto internazionale della DUI. É ottenuto sottoponendo fogli di neoprene espanso a cicli di compressione a grandi pressioni sino a quando le bolle d'aria all'interno del materiale vengono "rotte" quasi del tutto. Ció permette di avere coibenza termica e ridottissima comprimibilitá del materiale a tutto vantaggio dell'assetto in immersione.
In neoprene precompresso
É un particolare tipo di neoprene a cellule chiuse che presenta al suo interno poca aria intrappolata tra le molecole di neoprene sotto forma di bolle.
L'utilizzo del neoprene permette un taglio della muta piú aderente e riduce la necessitá di indossare indumenti caldi ma ingombranti sotto la muta, rendendola piú confortevole in immersione. Sono robuste, come la maggior parte delle mute in tessuto, ma piú pesanti, piú lente ad asciugarsi e generalmente piú care.
Altri materiali
Le mute in gomma sono state le progenitrici di tutte quelle attualmente in commercio. Sono pesanti, resistenti e quindi adatte al lavoro subacqueo, facili da pulire da riparare e non richiedono molta manutenzione.
Le stagne si distinguono dalle mute comuni per alcune particolarità: cuciture e guarnizioni a prova d'acqua, cerniera stagna, stivali incorporati e due valvole. Vediamo brevemente questi aspetti.
La tenuta stagna è garantita dai polsini e dal collarino, che possono essere in lattice o in neoprene monofoderato a seconda del materiale della muta.
La cerniera dovrebbe essere in bronzo, larga e robusta; può essere montata sulla schiena o anteriormente. Gli stivali oggi sono incorporati ed eliminano le infiltrazioni. Sono normalmente in gomma e con la suola antisdrucciolo.
Le valvole sono indispensabili per utilizzare questa attrezzatura. Infatti, durante la discesa la pressione dell'acqua riduce il volume dell'aria tra la muta ed il subacqueo, provocando uno schiacciamento della stagna sul corpo. Per evitare questo si deve agire sulla valvola di carico situata anteriormente, immettendo così aria nella muta. In risalita, al contrario, l'aria che abbiamo immesso tenderà ad aumentare il volume. In questo caso dovremo agire sulla valvola di scarico per poter controllare l'assetto.
Le valvole normalmente più utilizzate sono Si-Tech, Apeks, Poseidon o Gvs. Queste fanno parte di due grandi famiglie, le valvole automatiche e quelle manuali. A differenza di queste ultime, quelle automatiche (di scarico) si possono tarare, in modo che con l'aumento della pressione interna dell'aria si scarichino automaticamente, mantenendo il subacqueo sempre in assetto neutro.
Il cappuccio può essere incluso o staccato; questa seconda possibilità è la più frequente per una maggiore comodità durante la vestizione. Le bretelle rendono più confortevole la muta, facendo in modo che rimanga più aderente all'inguine. Importanti sono i rinforzi come le toppe alle ginocchia che permettono di proteggere questo delicato punto da eventuali strappi.