Le forme dei primi gav ricalcavano quelle dei salvagente e anche per il riempimento si ricorreva spesso alle bombolette di CO2. Il francese Fenzy, comparso sul fare degli anni '70, fu il primo di tipo moderno ed efficace. A forma di "ciambella" si indossava intorno alla testa e si fissava al corpo, prima delle bombole, con una serie di cinghiaggi. L'immissione d'aria poteva avvenire manualmente, soffiando dentro a un tubo corrugato, oppure prelevando l'aria da un piccolo bombolino da 0.4 litri, sistemato nella parte inferiore del gav e ricaricabile direttamente dalla rubinetteria delle bombole. Una volta esaurita l'aria del bombolino, non rimaneva che affidarsi all'insufflazione manuale.
Di valvole di scarico non ce n'erano, almeno sulle prime versioni, e per scaricare si alzava verso l'alto il tubo corrugato, premendo il pulsante per l'immissione d'aria. Funzionava bene per quanto riguarda la regolazione dell'assetto, ma non permetteva l'aggancio della bombola. Il comfort era assai modesto, specie quando era gonfio e, inoltre, il volume del giubbetto tirava sui cinghiaggi, in corrispondenza del collo, tendendo a soffocare il sub.
La rivoluzione doveva arrivare con i modelli a "jacket", quelli che, appunto, si indossavano come una giacca e che assolvevano anche il compito di sostenere la bombola. Questa, finalmente, diventava qualcosa di autonomo e leggero (in acqua), poteva essere indossata in un attimo e abbandonata, senza che sprofondasse verso il fondo. I primi erano bisacco, ovvero una struttura in nylon (resistente agli strappi, ma non impermeabile), con una camera d'aria in PVC al suo interno, alla quale erano fissate le valvole e i sistemi d'insufflazione.
La maggior parte dei jacket è del tipo monosacco, realizzata in tessuto di nylon spalmato internamente di poliuretano (pertanto impermeabile) e la struttura è termosaldata. La robustezza del tessuto è espressa in denari: 400, 800, 1000. Più elevato è il valore, più il tessuto è resistente, ma inevitabilmente si aumenta la rigidità del jacket, che diventa, di conseguenza, meno confortevole al contatto con l'epidermide.
I sistemi di insufflazione d'aria sono quasi sempre collocati all'estremità del corrugato, in modo che possano facilmente essere azionati con la mano sinistra. C'è un pulsante per il prelievo d'aria dalla bombola, tramite una frusta a bassa pressione a innesto rapido. Un secondo pulsante, posto in genere all'estremità del by-pass, permette, invece, l'insufflazione manuale. Questo comando, sollevando il corrugato verso l'alto, può essere utilizzato anche per eliminare l'aria, anche se oggi si preferisce lo scarico rapido incorporato, che apre una valvola posta all'estremità opposta del corrugato, tirandolo semplicemente verso il basso. Esistono inoltre comandi di scarico pneumatico che, montati su un corrugato tradizionale, permettono di scaricare l'aria premendo il pulsante senza dover sollevare il corrugato.
Ultima evoluzione dei comandi pneumatici sono gli i gav dotati di air-trim e di una configurazione delle fruste particolare: queste partono infatti dal primo stadio e sono integrate nella struttura del gav; in questo caso i comandi di carico e scarico sono situati in basso a sinistra, e tutte le fruste non sono libere ma spuntano nelle posizioni opportune dalla struttura stessa del gav. Questa soluzione è preferita da alcuni per la compattezza dell'insieme, ma non è ancora molto diffusa (visto anche il costo elevato).
Su tutti i modelli esistono poi varie valvole di scarico supplementari, sulla spalla destra e, sempre più spesso, anche posteriormente nella parte inferiore, utilissima per scaricare nelle normali posizioni di nuoto, senza dover assumere una posizione verticale con la testa in alto.
Il sistema di fissaggio dello schienalino alla bombola avviene tramite un cinghiaggio dotato di una fibbia a eccentrico, in materiale plastico o metallo, coadiuvata a volte da un secondo cinghiaggio. Uno schienalino rigido in materiale plastico assolve, nella maggioranza dei casi, alla necessaria robustezza dell'assemblaggio di jacket e bombola. In alcuni modelli viene sostituito da uno schienalino più piccolo o da una struttura in tessuto che avvolge la bombola. I cinghiaggi sono, invece, costituiti da due spallacci in tessuto, quasi sempre apribili e regolabili mediante fibbie speciali. In vita il fissaggio al corpo è affidato a un fascione con chiusura a velcro, coadiuvato da una o più fibbiette di scorta.
Alcuni modelli hanno la struttura del fascione, o quella delle cinghiette, elastica, in modo che durante il gonfiaggio il gav si apra verso l'esterno e non comprima, al contrario, il corpo del subacqueo.
Il jacket assolve anche la funzione di porta accessori e come tale dispone di una serie di agganci per l'erogatore di scorta e per il manometro, e di anelli, moschettoni e altri piccoli accessori per fissare attrezzi minori. Le tasche possono essere in numero variabile da 1 a 4, spesso accompagnate da ampie sottotasche aperte, nelle quali si possono infilare erogatore di scorta e manometro per una protezione molto efficace. Le tasche principali hanno spesso dei sistemi a soffietto per aumentarne le dimensioni e la chiusura può essere a velcro o a cerniera.
Ogni taglia è caratterizzata dal volume in litri del sacco, che in genere, per una taglia media si aggira intorno alla quindicina. I modelli da viaggio hanno invece ingombri modesti, sono privi di schienalino oppure lo hanno in versione ridotta. Spesso, sono dotati di un rivestimento interno soffice, per poterli indossare anche senza muta o con spessori di mute ridotti. Il volume del sacco, generalmente, è più contenuto: di solito una taglia M è di circa 10-12 litri. Vi sono poi jacket realizzati per scuole e corsi, con un numero inferiore di accessori e di tasche.